mercoledì 3 novembre 2010

Mamma Roma addio

"Mamma Roma Addio!"Remo Remotti

Voglio rispondere per suo tramite a chi ci chiama "in causa" come egoisti, assenti, fuggiti. Vi esorto a diffidare del prestigiatore ubriaco che tira fuori nuovamente dalla sua ampia manica di baro l'argomento della "fuga dei cervelli" perche' vuole scaricare sull'organo del ragionamento e sui piedi veloci quello che e' un male dell'anima.

Le vostre tasse, le tasse dei vostri padri, i sacrifici dei vostri nonni, hanno creato, per disinteresse e menefreghismo della massa un paese malato nel profondo, dove chi vince ha sempre ragione, anche se ha barato. Un paese dove la mafia non esiste, dove l'acqua viene privatizzata, l'illegalita' premiata, evadere il fisco condonato e in fondo inevitabile, i poveracci multati mentre le cordate di finanzieri possono far scempio della cosa pubblica. Italietta di brava gente vigliacca e insignificante, rassegnata e complice delle peggiori porcherie. Italia che non si merita la propria costituzion repubblicana.

L'italia e' un paese dove un teorema non e' un affermazione dimostrata all'interno di un sistema assiomatico ma un modo per definire una falsita' calunniosa. L'Italia e' un paese che non produce piu' nulla se non nani e ballerine, che nasconde la monnezza nelle mozzarelle di bufala, che rinnega la sua cultura, trasforma teatri e cinema in sale da bingo, Il belpaese! Paese di professori che non sanno piu' un cazzo, di santi che tirano la coca e di rumore, rumore su tutto, flatus vocis che non rappresenta che se stesso, si autoalimenta, un cancro divoratore fatto di stronzate a effetto ritardante per ritardati.

Noi siamo altrove, noi altri-italiani che stiamo da qualche altra parte, in fondo ridiamo della vostra idiozia e vi guardiamo da lontano, preoccupati soprattutto di rimanere sopravvento al puzzo della vostra cancrena.

A voi il voto di scambio! voi nella fabbrica che chiudera'!E noi altrove, gia' fuori dalla nave che affonda. Non ci avete permesso neppure di svuotare la sentina a suo tempo, perche' ora dovremmo sentirci solidali con voi?

Voi a passo d'uomo nel raccordo anulare e noi in bici, voi a guardare la tv noi altrove, nel terzo millennio, senza santi ne eroi ne guerre da combattere per voi. A voi il cancro, la diossina, e la televisione tette e culiA noi la BBC, il silenzio, la dignita' del lavoro. A voi la polizia i carabinieri la finanza i vigili armati e tutti i loro soprusi razzisti e impunibili, a noi la cultura della legge che vale per tutti.

Noi altrovisti siamo italiani che hanno fatto una scelta da persone Liberel'unica scelta che ci era rimasta per non servire il vostro sistemaasservendovisi, adottandolo...o finendo in galera per servire da spaventa passeri con i benpensanti, vittime -come il bombarolo di de Andre'- del sistema della galera o della bomba.

Vorreste fossimo restati nel paese dopo Genova? Dopo i fatti della Diaz, nel paese di Gomorra? Per venire massacrati di botte? Per avere l'illusione di essere dei democratici pacifisti se si sfila festosi e si e' in fondo disposti a non contare nulla il giorno dopo, a telecamere spente, quando chi ha il polso della situazione ti fa diventare rappresentazione per la sua societa' dello spettacolo? Quando i giochi sono chiusi?

Altrove abbiamo smesso da tempo di turarci il naso e votare, il nostro naso funziona benissimo e abbiamo preso il treno al volo per cambiare aria, portandoci fuori le nostre competenze indesiderate e misconosciute, la nostra fastidiosa onesta', la nostra boriosa cultura, in fondo racimolata da soli, tramite i nostri nonni e la nostra bellissima lingua e, frutto di letture solitarie piu' che di scuole dove gia' non c'era nulla e dove ora manca persino l'anima. Che importa il numero delle maestre se si insegna a essere dei consumatori e non dei cittadini?

Quello che siamo lo dobbiamo solo a noi stessi. E anche voi quello che siete diventati.

A un certo punto, noi Altrove, abbiamo capito nostro malgrado che la vera rivoluzione NON e' quella che si fa' in un solo paese o quella mondiale, la vera rivoluzione e' privata, individuale, qualche volta interiore.

La nostra rivoluzione parte da cio' che abbiamo piu' vicino, noi stessi. Quella e' possibile, quella la fai con l'accordo di una sola persona, te. Il vero atto rivoluzionario, l'unico che ci e'stato concesso concesso e' il NON ESSERCI. Per cui ora non ci siamo piu'. Veniteci a cercare!

Magari avremmo avuto pure il posto in Italia, magari pure la casa, magari un lavoro, una posizione sociale... Magari, ma a che prezzo? L'essere complici? L'unica cosa di cui sono sicuro e' di aver chiuso il gas prima di uscire e andare via, perche' IO non sono un'assassino. Quando il paese fara' il botto non sara' stata colpa mia.

Gli Altrove si sono spostati. Potrebbero spostarsi di nuovo. Quando l'insostenibile idiozia del consumismo globalizzato implodera' cercheremo se possibile di evitare gli spezzoni incendiari, le macerie che cadono, le scheggie. Se non sara' possibile vabbe' ci adatteremo o morremo con la coscienza pulita. E se voi cambiaste idea e cominciaste a liberarvi di voi stessi e dei fantasmi che portate davani agli occhi e nella cosienza? Vedremo.

Se vogliamo ricominciare, partendo da noi e da quelli come noi, senza stati che sono obsoleti, senza nazioni, che ne sono la struttura parassita avvinghiata all'anima, senza il potere criminale centralizzato e totalitario, senza il consumismo e il ricatto della crescita esponenzale e del danaro...

Noi Altrove possiamo sempre ricominciare, da lingue e culture legate al territorio, con una faccia e un cuore. Ovunque esse siano, bastano un paio di generazioni per farne parte. Ovunque. E gli altrove diverranno OVUNQUE, e saremo una tribu' felice.

Liberare innanzitutto se stessi. Conoscerci. E liberarci da loro. Da Voi. Dai fantasmi patriarcali, cattocomunisti, vescovati, cattolicopopolari di una terra avvelenata e popolata di anime morte.

Per il momento siamo anche noi via. Via dalla vostra politica mafiosa, clientelare, becera, urlata, teletrasmessa. Dal "volemose bene e annamo avanti", dall'evasione fiscale, dal partito trasversale, dalla partita la domenica allo stadio da calciopoli, tangentopoli, monopoli e monopolii, da papi, papesse e papponi.

Respiro.

Sono libero.

Italia VAFFANCULO